Firenze nascosta: Chinese supermarket

In un zona desolata di Firenze è da un anno che, più o meno tutti i giorni, io e il mio “fidanzato di avventure” passiamo davanti a questo supermercato cinese, ma un po’ per fretta (neanche vivessimo a New York) e un po’ per paura, non ci siamo mai entrati.

Per paura perché è chiaramente non gradita la presenza di italiani, dato che sono gli stessi che gestiscono il ristorante cinese accanto e una volta non ci hanno dato un tavolo perché tutto il ristorante era riservato a “soli cinesi”.

Ma il mio spirito di avventura, oggi allo scadere di Marzo, ci ha fatti entrare.

<<NIHAO>> ho urlato appena entrati, muovendo la mano come il loro gatto “neko” dorato, cioè quello chic che saluta con la mano. <<Nihao *parole incomprensibili*>> replica la cassiera << No scusa, non capisco il cinese. Possiamo guardare?>> << Si…certo>> mi risponde, un po’ dubbiosa

Ecco che ha avuto inizio il momento più bello. Dopo che la cassiera ci ha dato l’avallo alla perlustrazione non ho perso un attimo per immergermi tra i pochi, ma lunghi reparti confusionari di quel capannone. Per me il supermercato è il luogo che trasuda la vera essenza di un popolo, che ne riflette gli usi e i costumi.



Come ben si vede anche dalla foto sulla confezione, sono dei ghiaccioli ai fagioli mungo verdi (di cui io non sapevo nemmeno l’esistenza), da distinguere dai fagioli rossi.
Se vi interessa, su youtube ci sono molte ricette – in tutte le lingue e di tutte le gastronomie – per cucinarli.
Ravioli si, ma ENORMI.
In alto a sinistra vediamo ciò in cui rotolano le nostre tempura al ristorante giapponese. Al centro della foto, invece, latte/thè in polvere “tutti i gusti”. In ordine di apparizione:
– Fragola
– Melone (chiamato in cinese Hami Melon)
– Farina (Wheat flavor, sì, significa farina)
– Gusto originale
– Colocasia esculenta (è un tubero chiamato, in italiano “taro”)



Lo stesso latte/thè in polvere ma da portar via. Si deduce che i cinesi ne bevano a quantità industriale se è stato prodotto sia la versione “da casa” che “da passeggio” alla americana.
“Wasabi dried squid” cioè calamaro disidratato.
Il fatto che ci sia scritto “wasabi” forse fa intendere che è piccante, di certo non molto invitante.
Bibite
Bibita al sapore di latte condensato. NON E’ latte condensato.
Kit Kat al cioccolato rosa, introvabili nei supermercati italiani ma reperibili in quelli cinesi, in cui nessuno entra!

E mentre io ero diventata una cinese, scattando foto a qualsiasi prodotto, loro erano diventati gli italiani razzisti, cioè hanno cominciato ad urlare in cinese palesemente parlando di noi. A conferma del mio sospetto, un cliente coinvolto nella animata discussione, passandoci accanto ha gridato: << sono italiani>>. Dopo questa affermazione, il mio fidanzato di avventure, già abbastanza teso, ha cominciato a ricordarmi di andare via, e così per far tornare la calma nel capannone e negli animi, ci siamo avvicinati alla porta.

<< Grazie mille ancora, arrivederci>> ho detto alla cassiera, ma la prossima volta – perché sono sicura che ci sarà – lo vorrei dire in cinese, perché sono convinta che il primo passo per l’integrazione sia sapere qualche parola nell’altra lingua, ma soprattutto, la gentilezza.

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